Era una calda estate del 2010 quando nella testa di alcuni di noi balenò quella strana idea di organizzare una festa dei trattori.
All’epoca eravamo solo quattro gatti, ma con la voglia di divertirci fra una schioppettata e l’altra di Landini e la polvere dei solchi. E così decidemmo di ritrovarci una sera a “veggia” a casa mia ed una sera a “veggia” a casa di qualcun altro per discutere sul da farsi. Subito concordi nell’aggregarci alla festa parrocchiale di Gattolino per allietare la domenica pomeriggio, per far divertire grandi e piccini in quello che poteva essere “un quel d’una volta”. E così fra una fetta di torta e un bicchiere di vino (bé certo, perché da bravi romagnoli l’ospitalità è tutto e dividere il convivio con gli amici è d’obbligo!), insomma stavo dicendo, con la pancia piena si ragiona meglio e le idee non tardarono a fare capolino fra sorsi di albana e pagadebit. Insomma, cominciamo con decidere di svolgere un’aratura con mezzi d’epoca e per fortuna diversi membri del gruppo erano muniti di qualche ferro vecchio da far resuscitare in campo. Ed ovviamente non potevano mancare i nuovi figli della tecnologia tutti in fila a bordo campo, con sfavillanti attrezzature moderne ed egocentriche modifiche del proprietario.

Ma i protagonisti dovevano rimanere sempre loro: i vecchi trattori e le vecchie macchine da campagna, quelle che ci hanno aiutato nel progresso del nostro duro e faticoso lavoro, quelle che ci hanno lasciato ricordi indelebili collegati ad un periodo felice della nostra vita, quelle che hanno segnato tradizioni e ci ricordano tutt’ora le nostre radici. Ma torniamo ai quattro gatti. Come ci chiamiamo? Momento difficile. Quasi tragico, una decisione di vitale importanza! Chi burdel di tratur. Ecco. E ci vorrà pure un logo. Ok, ci penso io, trattore verde John con tanto di galletto. Fatto! Nel frattempo si stava avvicinando la fatidica data. Il cuore batteva forte in petto! non vedevamo l’ora. La voce si stava spargendo per il paese e zone limitrofe e fummo tutti entusiasti quando venimmo a sapere che alcuni dei più importanti collezionisti di pezzi da novanta avrebbero partecipato alla nostra festa esibendo delle vere chicche.

Poi arriva il sabato. Il giorno prima della festa, quello dove devi preparare tutto e ti trovi un pò spaesato perché non l’hai mai fatto. Ci troviamo al mattino presto, preoccupati perché la sera prima aveva diluviato. Per fortuna senza creare danni. Si cominciano a portare i primi trattori e si cominciano a vedere i primi curiosi. “Burdel sa fasiv?” Organizziamo una festa dei trattori! Arature con mezzi d’epoca ed esposizioni. “A pos purté nenca e mia?” E da quattro gatti che eravamo, ora siamo un gruppo affiatato. Eravamo partiti così, tanto per fare, tanto per divertirci fra di noi una domenica pomeriggio con quel poco che avevamo